JOHN C. ZIMMERMAN E LA "BODY
DISPOSAL AT AUSCHWITZ":
OSSERVAZIONI PRELIMINARI DI CARLO
MATTOGNO
John C. Zimmerman ha pubblicato un articolo intitolato "Body Disposal at
Auschwitz"(1) che vorrebbe
essere, in modo specifico, una confutazione delle mie argomentazioni sulla cremazione dei
cadaveri
ad Auschwitz; anzi, addirittura, una confutazione definitiva, come risulta dal
sottotitolo dell'articolo
"The end of Holocaust-Denial". Egli discute in particolare il mio studio "The
Crematoria Ovens
of Auschwitz and Birkenau"(2), riguardo al
quale scrive:
"It appears that this article was intended to be the definitive denier argument on the issue"
(p.2).
Questa è soltanto una grande illusione del nostro Professore. L'articolo summenzionato
è la
traduzione del mio articolo "Die Krematoriumsöfen von Auschwitz", che
è stato pubblicato
nell'opera edita da Ernst Gauss "Grundlagen zur Zeitgeschichte"(3).
Quest'articolo è la sintesi (effettuata dall'editore) di un testo di circa 80 pagine che a sua
volta è la
sintesi di un volume più ampio che avevo redatto nel 1993 con la collaborazione dell'ing.
Franco
Deana(4). Le "omissioni" di cui mi accusa Zimmerman
dipendono ovviamente dalla drastica riduzione
che questo volume ha subito.
L'articolo risale ad un periodo in cui disponevo di fonti relativamente limitate; a partire dal 1995
ho
avuto accesso ad un materiale enormemente più vasto, perciò
"The Crematoria Ovens of Auschwitz
and Birkenau" non è un punto di arrivo, come crede Zimmerman, ma soltanto un
punto di partenza.
Il mio studio "definitive" sulla cremazione ad Auschwitz - ammesso che abbia senso parlare di
studio "definitive" - è l'opera in due volumi in corso di stampa "I forni crematori di
Auschwitz.
Studio storico-tecnico, con la collaborazione del dott.ing. Franco Deana". L'opera
comprende
oltre 500 pagine di testo, 270 documenti e 360 fotografie(5).
La maggior parte delle obiezioni presentate da Zimmerman sono già confutate in anticipo
- con
abbondanza di documentazione - in quest'opera(6). In
pratica, il nostro professore ha fatto soltanto
un buco nell'acqua e dovrà dunque ricominciare daccapo la sua "confutazione", ma
questa volta
il compito sarà ben più arduo. Non è il caso di ripetere qui ciò
che ho già dimostrato in quest'opera,
alla quale rimando Zimmerman; per il momento, mi limito ad esporre alcune osservazioni
preliminari.
La competenza di Zimmerman.
Vediamo anzitutto quale sia la competenza di questo critico, che si presenta come "Associate
Professor University of Nevada, Las Vegas" (p.1).
La prima qualificazione che si richiede a chi voglia occuparsi seriamente del
presunto Olocausto è
la conoscenza della lingua tedesca. Il nostro professore, invece, non sa nulla di tedesco e, per
l'interpretazione di testi scritti in questa lingua, si affida ad altrui traduzioni. Egli, infatti,
dichiara:
"The author wishes to thank Judith Jenner and Karola Raab, both of the University of
Nevada, Las Vegas, for their translations of the German language material used in this
study" (p.52).
E' come se un professore volesse spiegare i passi più oscuri della Bibbia senza conoscere
una parola
di ebraico e aramaico!
Ciò qualifica già il professor Zimmerman come un dilettante.
Dal punto di vista propriamente storiografico, le conoscenze di Zimmerman sono in massima
parte
di seconda mano, filtrate dai vari Pressac, Piper, van Pelt, Czech ecc. I documenti originali che il
nostro Professore conosce sono pochissimi e irrilevanti. Mostrerò successivamente quali
spropositi
risultino da questa ignoranza documentaria.
Dal punto di vista tecnico, Zimmerman cammina nelle tenebre. Egli non ha la più pallida
idea della
struttura e del funzionamento dei forni crematori in generale e di quelli di Auschwitz in
particolare,
e si lancia in congetture assolutamente infondate come se fossero verità sacrosante.
Illustrerò anche
questo fatto con esempi opportuni.
Dal punto di vista metodologico e dell'onestà professionale, infine, Zimmerman manifesta
delle
carenze davvero preoccupanti.
Egli afferma che Mattogno "basically reverts to the common denier tactics of omission and
misrepresentation" (p.2): la solita accusa di metodologia capziosa. Vediamo anzitutto quanto sia
onesta la sua "confutazione".
La malafede di Zimmerman: menzogne, imposture,
falsificazioni.
Cominciamo dal caso delle fotografie aeree.
Premetto che le congetture di Zimmerman su miei presunti ripensamenti dopo la pubblicazione
su
libri di fotografie aeree e terrestri di Auschwitz sono decisamente ridicole. Essendo un
dilettante,
egli crede evidentemente che io sia come lui e che vada a cercare i documenti sui libri e non negli
archivi. Invece io sono in possesso di tutte le fotografie aeree di Auschwitz da lui menzionate (e di
molte altre di cui egli non conosce neppure l'esistenza) e di quelle terrestri da lui menzionate
già dal
1989. Se ho cambiato opinione sull'interpretazione di singoli punti, ciò dipende soltanto
dal
progresso dei miei studi, non dal fatto che libri succssivi abbiano pubblicato documenti che
già
possedevo.
Ciò premesso, esaminiamo un po' in dettaglio questa "confutazione
definitiva".
1) Zimmerman scrive che Mattogno
"claimed in 1995, the year following the publication of the May 31 photo, that the smoke
was not from burning bodies but most probably from trash" (p.41).
Zimmerman cita come fonte il mio opuscolo "Auschwitz Holocaust revisionist Jean-Claude
Pressac.
The "Gassed" People of Auschwitz: Pressac's New Revisions"(7).
Ciò è falso. Io non ho mai scritto una cosa simile né in questo opuscolo
né altrove.
2) Il nostro Professore afferma poi che "Mattogno simply had no explanation for the presence of
this smoke" (p.41). Anche ciò è falso. Chiunque può leggere la mia
"explanation" a p. 43 del mio
opuscolo "My Banned Holocaust Interview"(8).
3) Riguardo alla nota fotografia che egli riporta in formato microscopico nel suo articolo, egli
dichiara che in essa "it is possible to see 14 Sonderkommandos in uniform" (p.45).
Anche ciò è falso. La foto in questione mostra solo 8 persone (quasi certamente
detenuti) in piedi,
e una nona, a sinistra, che è probabilmente una guardia. Come ho già spiegato in
"My Banned
Holocaust Interview" (pp.41-44), questa fotografia non solo non dimostra, ma smentisce la storia
della cremazione in massa dei "gasati". Questa menzogna serve ad avvicinare il numero dei
detenuti
che appaiono nella foto ai "25 Sonderkommandos" dichiarati da Filip Müller
(p.46).
4) Zimmerman scrive ancora che "Mattogno never addressed this photo" (p.46), mentendo ancora
una volta. Vedi "My Banned Holocaust Interview" (pp.41-44).
5) Egli dichiara inoltre che
«Mattogno had also assured his readers that Red and White Bunkers were not found in any
German documents and that they had "been created by postwar witness"» (p.42).
Qui il nostro onestissimo Professore falsifica la mia affermazione. Io ho infatti ho scritto
testualmente:
"Before examining Jean-Claude Pressac's statements on Bunkers 1 and 2, it is well to specify
that this designation (like those of "red house" and "white house") is not found either in the German documents or in the reports of the clandestine resistance movement of the period at Auschwitz; it has been created by postwar eyewitnesses"
(9).
Dunque io mi riferivo ai nomi; Zimmerman invece, dichiara mentendo che io mi
riferivo alle cose.
6) Nella stessa pagina il nostro integerrimo Professore falsifica di nuovo le mie affermazioni
affermando:
"He [Mark Van Alstine] has identified three burning pits in the area of
the White Bunker (Mattogno states that there were four)".
In realtà io mi riferivo alle tracce di quattro fosse comuni riempite di terra situate circa
200 metri
ad ovest del settore BIII di Birkenau. Dunque non ho parlato né di "burning
pits", né di fosse
aperte, né di fosse situate "in the area of the White Bunker". Queste sono
delle semplici imposture
di Zimmerman.
7) A p. 44 Zimmerman, con riferimento ad una mia citazione tratta dall'articolo di H.
Fröhlich "Zur
Gesundheitspflege auf den Schlachtfeldern", scrive che Mattogno
«cited a study by H. Frolich [sic] in an 1872 German military journal that the attempt to
dispose of the bodies of soldiers by opening mass graves and filling them with tar "resulted
in charring of the uppermost layer of the corpses, the baking of the intermediate layer and
no effect on the bottom layer". He ignored the fact that the author of the study gave
guidelines for the effective disposal of bodies in pits by using gasoline.
Frolich wrote that the grave had to be drenched with gasoline in a tar pit. After three hours, 250 to
300 bodies were disposed of».
Nelle pagine citate il medico militare Fröhlich espone una critica della procedura di
disinfezione
dopo la battaglia di Sédan attuata dal chimico Créteur e soprattutto dei risultati
che egli pretendeva
di aver ottenuto. Créteur apriva le fosse comuni, le riempiva di catrame liquido che poi
incendiava.
Fröhlich obietta che, con tale procedimento, i cadaveri che stavano sul fondo della fossa
restavano
praticamente intatti.
Uno dei due passi menzionati da Zimmerman (riferimento nella sua nota 278) riguarda una
citazione
di Fröhlich tratta da uno scritto di Créteur, ma le "guidelines" che questi vi espone
sono proprio
quelle criticate dal medico militare. Questo passo non contiene comunque alcuna menzione alla
"gasoline". L'unico combustibile liquido di cui parla Créteur (oltre al catrame) è
l'olio minerale
(Steinöl), che serviva però soltanto ad incendiare il
catrame:
"Darauf entzündete ich den Theer mit Hilfe von mit Steinöl angefeuchtetem
Stroh"(10).
L' altro passo è la citazione di una lettera apparsa sulla stampa belga nella quale si dice
che i
cadaveri venivano imbevuti di catrame e di olio minerale (Steinöl) che poi
venivano incendiati(11).
Nell'articolo di Fröhlich la "gasoline" non viene mai menzionata.
8) A questa menzogna Zimmerman aggiunge subito un altro inganno, scrivendo:
"In 1887 Dr. Hugo Erichsen, one the world's leading experts in body disposal in the late
19th and early 20th centuries, wrote of the Belgian government's efforts along these lines
in a battle in 1814. The individual charged with body disposal was named
Creteur".
In pratica, egli presenta la stessa fonte - le affermazioni di Créteur - come se fossero due
fonti
diverse! Ciò facendo, il povero Professore prende anche un grossolano abbaglio
cronologico: le
attività di Créteur, infatti, si riferiscono alla guerra franco-prussiana, cioè
al 1871, non al 1814!
Ma non basta. Riferendo sulle attività di Créteur, questo presunto esperto
mondiale di cremazione -
secondo la citazione di Zimmerman - dichiara che i cadaveri dei soldati venivano "saturated with
kerosene" (p.44), il che, è falso, perché Créteur parla
soltanto di "olio minerale". Dunque
Zimmerman si è affidato a un "esperto" mondiale incapace di distinguere l'olio minerale
dal
kerosene!
9) La conclusione che Zimmerman trae dalle imposture esposte sopra è un classico
esempio della
sua crassa ignoranza in materia. Egli scrive:
"Deniers like Mattogno would have people believe that the Germans of World War II were
incapable of replicating the achievements of an early 19th century European country"
(p.45).
Se avesse fatto una ricerca seria al riguardo, il nostro Professore saprebbe che lo scopo dei lavori
di disinfestazione sui campi di battaglia non è mai stato la cremazione dei
cadaveri, ma soltanto la
loro carbonizzazione più o meno completa dei tessuti molli per prevenire l'insorgere di
epidemie.
Si tratta dunque di problemi completamente diversi. Se lo vorrà, il nostro Professore
potrà colmare
la sua ignoranza leggendo il capitolo X della Parte Prima della mia opera menzionata
all'inizio.
10) Zimmerman afferma che
"Mattogno claimed the maximum cremation capacity of the six original ovens was 120 per
day, even though he was familiar with evidence from onother concentration camp that
showed a Topf double muffle oven could burn 52 per day or 26 per muffle" (p.4).
In questo caso, la falsificazione di Zimmerman consiste nell'omissione del fattore che consentiva
una
tale capacità di cremazione(12). Io ho
scritto:
"The average cremation time of a continuously operating oven was about forty minutes of
principal combustion (in the chamber), obtainable with the aid of the installation of
an intake draft system (data relative to the Gusen oven). The average time of cremation
without an intake draft system (taking into account the combustion capacity of the furnace grill)
was sixty minutes, as is evident from the statement by Engineer Prüfer (in the 1
November 1940 letter), as well as from the diagrams published by Engineer R. Kessler concerning the
principal combustion in the chamber"(13).
Zimmerman, naturalmente, non menziona i documenti ai quali faccio riferimento nel passo citato
perché smentiscono in modo troppo categorico le sue fantasie termotecniche.
11) Per "dimostrare" che il Bunker 2 continuò a funzionare
anche dopo l'entrata in funzione del crematorio II di Birkenau, Zimmerman presenta un argomento che è un vero capolavoro di impostura e di malafede. Egli afferma:
«Another useful piece of information is a report from the Bauleitung on June 13,
1943. It states that doors for Krema II are "urgently needed for the execution of the special
measures... Likewise, the completion of windows for the reception building and the doors
for 5 [barracks] for the accomodation of prisoners [Häftlingsunterkünfte] is urgently
required for the same reasons". There is no further information about the five barracks in the
memo. Recall, however, that Hoess mentioned five barracks in his memoirs for the two
bunkers in the area where prisoners were gassed, and this is the same number referred to for
"special treatement" in the Bauleitung memo of July 15, 1942, It would appear that the five
barracks in the June 1943 memo are the same ones used for undressing in the areas
where the two bunkers were located. Thus, their continued usage after the crematoria were built
and before the Hungarian operation was undertaken is strongly suggested"
(pp.36-37).
Zimmerman falsifica anzitutto la data del documento, che è una lettera del "Leiter
der Zentralbauleitung" (Bischoff) ai "Deutsche Ausrüstungswerke" di
Auschwitz datata 13 gennaio
1943(14). A questa falsificazione Zimmerman
aggiunge una interpretazione non solo assolutamente
infondata, ma decisamente ridicola: i "5 alloggi per i detenuti"(15) menzionati in questa lettera
sarebbero le presunte "baracche spogliatoio" dei presunti Bunker
omicidi. Il fondamento di questa
interpretazione è infatti la semplice presenza del numero 5 nei due documenti
summenzionati e nelle
affermazioni di Höss!
Qui Zimmerman fornisce inoltre un altro saggio della sua ignoranza documentaria, perché
"in the
Bauleitung memo of July 15, 1942" è chiaramente specificato che una delle "5 Baracken
für
Sonderbehandlung u. Unterbringung von Häftlingen" era destinata a Bor, un villaggio
situato circa
4 km a sud di Birkenau:
"4 Stück Baracken der Häftlinge in Birkenau 1 Stk. Baracken zur Unterbringung v. Häftl. In Bor"
(16).
Forse a Bor esisteva una succursale dei presunti Bunker di gasazione di
Birkenau?
12) Zimmerman scrive ancora che "the total number of prisoners registered in
Auschwitz in 1941
is not known", mentre il Kalendarium di Danuta Czech, da lui
più volte citato, dice esplicitamente
che nel 1941 furono "registered" (eingeliefert) 17.270 detenuti e 9.997 prigionieri
sovietici(17).
13) A p. 12 Zimmerman dichiara:
"Mattogno and other deniers often argue that a planned expansion of the camp to
200,000 was the catalyst for the new crematoria. However, the Bauleitung began negotiating with
firms for construction of the four crematoria in July 1942, while the first evidence of
the planned expansion to 200,000 is on August 15".
Si tratta di un'altra impostura. Nell' Aktenvermerk del 21 agosto 1942, che
Zimmerman cita a p. 9,
si legge (cito dalla traduzione dell'opera di Pressac alla quale il nostro Professore si
riferisce):
"Regarding the construction of a 2nd crematorium with 5 3-muffle furnaces, together with
the ventilation and air extraction systems, it will be necessary to await the result of
negotiations already under way with the Reich Security Main Office [RSHA] on the subject
of rationed materials"(18).
Ciò significa che la decisione di costruire il crematorio II non era ancora stata
presa.
Dallo stesso documento risulta che la proposta di Prüfer di trasferire due forni a 8 muffole
di
Mogilew ad Auschwitz fu fatta il 18 agosto. La proposta (come risulta da una nota manoscritta in
margine) fu accettata dal WVHA il 24 agosto.
Ciò significa quantomeno che il numero delle muffole dei forni dei crematori IV e V fino
ad allora
non era stato ancora deciso.
Dunque Zimmerman mentisce sapendo di mentire.
Per quanto riguarda l'aumento della forza del campo, le affermazioni di Zimmerman sono smentite
dalla sua fonte precipua, Pressac, che scrive:
"Himmler had ordered that the camp should accomodate 200,000 inmates, and the
Zentralbauleitung had completed a design for the enlarged camp at the end of July"(19).
Nell'edizione originale del suo libro, Pressac dichiara ancora più
esplicitamente:
"Fixer, selon les ordres de Himmler et de Kammler, l'effectif du KGL de Birkenau à
200000 détenus entraînait un nouvel agrandissement du camp et un
renforcement de sa capacité d'incinération [...]. Fin juillet, une quatrième section de 60000 prisonniers fut ajoutée, placée au sud de la première, portant ainsi la capacité du camp à 200000"(20).
Come si vede, secondo Zimmerman, anche Pressac è un "denier"!
L'ignoranza storico-documentaria di Zimmerman.
14) Zimmerman menziona "the Auschwitz Construction Agency, known as the Bauleitung" (p.3).
In tutto l'articolo egli parla sempre di Bauleitung di Auschwitz. Il povero
Professore non ha alcuna
idea del fatto che la Bauleitung fu promossa Zentralbauleitung il 14
novembre 1941(21) e tale rimase
fino al 1945.
15) A p. 20 Zimmerman presenta un classico esempio della sua
ignoranza storico-documentaria.
Dopo aver citato la nota lettera della Topf alla SS-Neubauleitung di Mauthausen
del 14 luglio 1941
- che egli conosce soltanto attraverso il riassunto che appare nel Kalendarium di
Danuta Czech e
l'errata riproduzione di esso che appare nel libro di R. Schnabel "Macht ohne
Moral"(22) -,
Zimmerman continua:
"On the same day that the Gusen instructions were issued, two Topf engineers stated that
the double muffle furnace could incinerate 60 to 72 bodies [30 to 36 per muffle] in a 20 hour
period with three hours of maintenance required".
Questa volta la fonte è l'articolo di Pressac "The Machinery of Mass Murder at
Auschwitz".
Il povero Professore non ha capito che il documento citato da Pressac è esattamente lo
stesso
documento malamente trascritto da R. Schnabel e li considera perciò due documenti
diversi!
16) A p.28, citando H.Tauber attraverso Pressac, egli ripete senza alcun commento la sciocchezza
secondo la quale nel forno a tre muffole "the flames went first round the two side
muffles", che,
come ho spiegato altrove(23), deriva da un errore di
traduzione(24) ed è tecnicamente falsa(25). Da ciò si
può desumere quale sia la conoscenza della tecnica di cremazione di Zimmerman e della
sua fonte!
17) A p. 26 Zimmerman scrive che "Mieczyslaw Morawa, a worker in the crematoria,
testifed
that...".
In realtà non esiste alcuna testimonianza di Morawa. Il povero Professore, che è
incapace perfino
di interpretare correttamente le fonti indicate da D. Czech nel suo Kalendarium di
Auschwitz, ha
preso un grossolano abbaglio scambiando Morawa con Tauber!
18) Zimmerman scrive inoltre che "the two structures in the wooded area [i presunti
Bunker di
Birkenau] were completely destroyed by the Germans and no trace remains"
(p.3). Il nostro
professore ignora che esistono ancora tracce consistenti del presunto Bunker 2 -
ossia le rovine dei
muri perimetrali ed interni -, come qualunque visitatore di Birkenau sa.
19) Sulla questione della "Sonderbehandlung", "Sonderaktion", ecc., cui Zimmerman si riferisce
con
i soliti documenti di seconda mano, rimando al mio studio in preparazione
"Sonderbehandlung ad
Auschwitz. Genesi e significato". Se Zimmerman si illude di liquidare gli argomenti
revisionisti
ripetendo a pappagallo ciò che hanno detto Pressac e van Pelt, si sbaglia di grosso. Il
povero
Professore non immagina neppure quanto dovrà faticare ancora per "confutare" gli scritti
revisionisti.
Qui mi limito a esaminare un paio di strafalcioni di cui egli ci fa dono. A p. 9, con riferimento all'
Aktenvermerk del 21 agosto 1942, egli dichiara:
"The letter is saying that these special actions are taking place in the "bathing installation".
Just so there is no misunderstanding as what these words mean, they are the only
ones in this lenghty two page memo which are underlined".
Nel documento che conosce Zimmerman (tramite Pressac) l'espressione "Badenanstalten
für
Sonderaktionen" è effettivamente sottolineata a penna o a matita. Ma - anche
supponendo che ciò
abbia un significato sinistro - da che cosa Zimmerman deduce che tale espressione è stata
sottolineata dai Tedeschi e non dai Polacchi, che lo hanno in mano da decenni? Il nostro
sprovveduto Professore ignora che negli archivi di Mosca esiste un'altra versione di questo
documento (regolarmente firmata e con le stesse annotazioni manoscritte sul margine sinistro)
nella
quale però l'espressione in questione non è affatto sottolineata(26). Un altro esempio del dilettantismo
di Zimmerman!
20) A p. 9, commentando il "Fernschreiben" di Bischoff del 18 dicembre 1942, in
cui si parla di una "Sonderaktion" della Gestapo in relazione agli operai civili, Zimmerman considera
l'interpretazione di Pressac(27) "possible", ma aggiunge:
«It is quite possible that the camp administration sought to make an example of some
of the civilian workers by executing them. This could explain why the memo is marked
"secret"».
Il testo originale parla di una "Sonderaktion der Gestapo bei sämtlichen
Zivilarbeitern", ossia di "tutti", non di "some". Se l'interpretazione di Zimmerman fosse corretta, la Gestapo avrebbe fatto
giustiziare tutti gli operai civili!
Ma cosa si può pretendere da un presunto esperto di Olocausto che non conosce il
tedesco?
Il fatto che il documento rechi la dicitura "geheim" non significa nulla. Ad esempio,
essa non appare
minimamente nella lettera di Bischoff del 29 gennaio 1943, che dovrebbe essere molto
più
compromettente in quanto vi appare il termine "Vergasungskeller".
21) A p. 7 Zimmerman offre un altro esempio della sua ignoranza storico-documentaria e tecnica.
Egli scrive:
"The estimated capacity of cremation ovens for Mogilew was 3000 per day".
Il nostro sprovveduto Professore ignora che - dei 4 forni Topf a 8 muffole originariamente
ordinati
dallo Hauptamt Hauhalt und Bauten - a Mogilew fu consegnato soltanto mezzo
forno a 8 muffole,
cioè 4 muffole.
Anche assumendo l'assurda capacità di cremazione della lettera della
Zentralbauleitung del 28
giugno 1943, queste 4 muffole avrebbero potuto cremare 384 cadaveri in 24 ore. Anche se i 3.000
cremati menzionati sopra non fossero una delle tante falsificazioni di Zimmerman, ma soltanto
uno
sproposito della sua fonte, egli sarebbe comunque colpevole di totale mancanza di senso critico,
perché ha riportato questa grossolana sciocchezza come verità.
L'incompetanza tecnica di
Zimmerman.
22) Per "confutare" le mie argomentazioni riguardo alla durata
del processo di cremazione e al consumo di coke nei forni di
Auschwitz, Zimmerman parte dal noto documento relativo alle
cremazioni eseguite nel crematorio di Gusen dal 26 settembre al 12
novembre 1941 (p.21). Data la sua abissale ignoranza in campo
termotecnico, non c'è da stupirsi che egli non vi abbia capito
nulla.
Anzitutto, la prima colonna del documento reca la scritta "Uhr",
"ora", ma da nessuna parte viene specificato a che cosa
corrisponda questa "Uhr". Zimmerman decide d'autorità che i dati
contenuti in questa colonna si riferiscono al tempo di cremazione,
ma questa è una interpretazione non solo abusiva, ma anche
tecnicamente assurda. Se così fosse, il forno avrebbe potuto
cremare un cadavere in 8 (otto) minuti con un regime di griglia(28)
di 343 kg/ora, mentre il regime massimo (con tiraggio artificiale
massimo di 30 mm di colonna d'acqua) era di 90 kg/ora e 8 minuti
sono pochini anche per il nostro Professore. Egli potrà leggere
nella mia opera menzionata all'inizio a che cosa si riferisce in
realtà la colonna "Uhr".
Con questo artificio, basandosi su una giornata di cremazione
(quella del 7 novembre 1941)(29), egli dichiara che
"each oven could incinerate a body in 25.2 minutes" (p.21), il che è
documentariamente infondato e tecnicamente insensato.
23) Egli scrive inoltre:
"Kurt Prüfer, the Topf engineer who built the 46 Birkenau
ovens, stated in a letter on November 15, 1942 that the ovens
he installed in the Buchenwald concentration camp had a one
third greater output than had previously been thought".
La fonte di questa informazione è il libro di Pressac
"Auschwitz:
Technique and operation of the gas chambers".
Zimmerman continua:
"Unfortunately, he does not say what number the one third is
greater than. However, on the same day he informed the
Bauleitung that five triple-muffle furnaces,15 ovens, could
incinerate 800 corpses in 24 hours" (p.21).
La fonte è un altro scritto di Pressac, "The
Machinery of Mass Murder at Auschwitz", in cui lo storico francese ha scritto:
"Extrapolating the Buchenwald data for Auschwitz, Prüfer
concluded that the five fournaces of the new crematorium in
Birkenau could incinerate 800 corpses in 24 hours"(30).
Il riferimento dato da Pressac è identico a quello della
lettera
del 15 novembre 1941 menzionata sopra: "[Staatsarchiv] Weimar,
2/555a, letter Prüfer November 15, 1942"(31).
Zimmerman, dunque, anche in questo caso, ha citato due volte lo
stesso documento come due documenti diversi! Considerata la sua
crassa ignoranza documentaria, non credo che ciò sia attribuibile
a malafede. Egli si è limitato soltanto a inventare il
destinatario della lettera (Prüfer "informed the
Bauleitung").
La presunta "conclusione" di Prüfer ("Prüfer
concluded...") è
invece una semplice invenzione di Pressac, perché la lettera in
questione, di cui egli stesso ha pubblicato il testo originale e
la trascrizione(32), non menziona alcuna cifra.
24) In tale lettera, la frase che ha scatenato la fantasia di
Pressac e di Zimmerman, è: "Die Öfen leisten 1/3 mehr, als von mir
überhaupt vorgesehen war". Ora, sia Pressac sia Zimmerman
interpretano arbitrariamente questo termine nel senso della
"produzione", cioè del numero dei cadaveri cremati, ma esso si può
interpretare anche nel senso del "rendimento", cioè, praticamente,
del consumo di coke. Dal canto mio, interpreto il termine
"leisten" appunto nel senso del rendimento e ho spiegato già
nell'articolo che Zimmerman pretende confutare la ragione
termotecnica di questa riduzione di 1/3 del consumo di coke
previsto originariamente da Prüfer(33).
Né Pressac né Zimmerman,
invece, hanno spiegato perché il termine in questione dovrebbe
riferirsi alla produzione dei forni.
L'invenzione di Pressac indicata sopra ha una importanza
essenziale nell'apparato pseudo-dimostrativo di Zimmerman, che vi
ritorna sopra anche a p.25 e 27.
25) A p. 20 Zimmerman afferma:
"Contrary to Legace and Leuchter, it is known that the Topf
ovens could work on a continuous daily basis".
Ciò sarebbe dimostrato dalla lettera della Topf del 14
luglio 1941 menzionata sopra. Qui ci si riferisce però ad un funzionamento
forzato del forno, che poteva certo funzionare continuativamente
per più di 24 ore, ma che, in questo modo, avrebbe perduto
progressivamente la sua efficienza fino all'arresto del
funzionamento se non si fossero rimosse le scorie dalle griglie
dei focolari, che chiudeva gli interstizi per l'aria di
combustione. Perfino il perito polacco Roman Dawidowski, al
processo Höss, pur calcolando una capacità di cremazione
tecnicamente assurda, ammise però
"un funzionamento continuativo in due turni di 12 ore al
giorno, considerando 3 ore al giorno di sosta per
l'estrazione delle scorie dei gasogeni e per vari lavori
minori, con le inevitabili interruzioni dell'attività
continuativa"(34).
Anche Pressac ammette una sosta dell'attività
continuativa di 3 ore. Questa affermazione appare anche nell'articolo "The Machinery
of Mass Murder at Auschwitz" (35),
ma naturalmente Zimmerman preferisce ignorarlo.
Dunque Lagacé, Leuchter e chi scrive sono in ottima compagnia!
26) Zimmerman si affanna a tentare di dimostrare con una serie di
argomenti sconclusionati che la capacità di cremazione dei
crematori di Auschwitz era eccessiva per la sola mortalità
naturale dei detenuti e ciò dimostrerebbe che essi erano stati
progettati e costruiti a scopo criminale, per uno sterminio in
massa.
Risparmio al lettore di questo articolo la confutazione delle
sciocchezze tecniche di Zimmerman e mi limito a menzionare un solo
documento. Si tratta di una lettera del capo della
Zentralbauleitung del 10 luglio 1942 dalla quale risulta che un
crematorio di tipo II/III, con 15 muffole, era previsto per 30.000
detenuti, cioè il rapporto muffole-detenuti era di 1:2.000. Le 46
muffole di Birkenau erano dunque progettate per 92.000 detenuti,
ma, secondo i piani finali delle SS, il campo di Birkenau avrebbe
dovuto contenere 140.000 detenuti, e ciò avrebbe richiesto 70
muffole. In pratica, il numero delle muffole di Birkenau era
addirittura inadeguato rispetto ai progetti di ampliamento del
campo!(36)
27) Zimmerman dedica un intero paragrafo al problema della
"Durability of the Ovens".
Egli, tra l'altro, pretende dimostrare che i forni di Auschwitz
potevano eseguire senza alcun danneggiamento un numero di
cremazioni enormemente maggiore di quello da me addotto sulla base
di un articolo dell'ing. R. Jakobskötter che cito sotto, ossia
3.000 cremazioni per muffola. Egli scrive:
"In the late 1880s, two ovens were installed in a
crematory in Southern Paris. These ovens were designed to cremate 5000
bodies per year or 2500 per furnace" (p.16).
Ciò è una conferma della validità del mio
argomento. Zimmerman si
riferisce al forno Toisul e Fradet installato nel cimitero
parigino di Père Lachaise nel 1889. Si trattava di un impianto
mastodontico strutturato su tre piani: al pianterreno era disposto
il recuperatore, al primo piano la camera di cremazione, nello
scantinato il gasogeno. Il forno era uno solo e aveva una sola
camera di cremazione(37).
28) Proseguiamo nella lettura:
"Augustus Cobb, a leading cremation expert of the period,
learned from the engineer who worked in the crematory that
"[a]lthought nearly four hundred bodies are burned in these
furnaces every month, a close inspection of their walls
showed no traces of fissures; and the same remark applies to
the wall of the furnaces in the crematory in Milan [in
Italy]" (p.16).
La cifra addotta da Zimmerman - 400 cadaveri al mese -
è falsa.
Nei primi 5 anni di attività, nel forno Toisul e Fradet
summenzionato furono cremati rispettivamente: 49 cadaveri nel
1889, 121 nel 1890, 134 nel 1891, 159 nel 1892 e 189 nel 1893, in
totale 652 in 5 anni(38), cioè, in media, 10-11
al mese!
Alla fine degli anni Venti, quando il numero dei crematori in
Francia era aumentato e la pratica della cremazione si era diffusa
molto di più, in tutto il paese, nel 1926 le cremazioni furono
877, nel 1927 furono 861, nel 1928 furono 945 e nel 1929 furono
1.118(39). In Germania, dove la cremazione era
ancora più diffusa,
dal 1889 al 1893 furono cremati complessivamente 881 cadaveri(40), in
media circa circa 15 al mese!
Per quanto riguarda il crematorio di Milano, dal 1874 al 30
giugno
1884 furono eseguite 304 cremazioni, in media circa 3 al mese(41)!
Non so se l' impostura sia di Zimmerman o della sua fonte, ma
poco importa: l'argomento è completamente fasullo.
29) Zimmerman continua così:
"Additional information on these ovens published
in 1893 shows that from 1889 to 1892, 11,852 were cremated in these
facilities" (p.16).
Si tratta di un'altra impostura. Come ho rilevato sopra, nel
periodo indicato da Zimmerman, nel forno del Père Lachaise furono
cremati complessivamente 652 cadaveri. La cifra fasulla addotta da
Zimmerman è dunque 18 volte superiore a quella reale.
In tutta la Germania, il paese europeo in cui la pratica della
cremazione era più diffusa, dal 1889 al 1893 furono cremati
complessivamente 881 cadaveri. La cifra di 11.000 in un anno fu
superata soltanto nel 1916 in 49 crematori!(42)
30) Zimmerman conclude trionfalmente:
"As will be seen, Germany led Europe in cremation technology
in the 1930s. It would appear logical to conclude that
Germany of 1940s had more durable ovens than France of 50
years earlier" (p.16).
La malafede di Zimmerman è fin troppo evidente,
perché l'articolo
al quale mi sono riferito apparve nel 1941! Rudolf Jakobskötter,
di professione "Stadtoberingenieur", era un professionista della
cremazione, dunque una fonte autorevole e attendibile (a
differenza dei divulgatori citati da Zimmerman). Nell'articolo
summenzionato, egli rilevò:
"Da im zweiten elektrischen Ofen in Erfurt über 3000
Einäscherungen getätigt worden sind, während die Muffeln je
nach ihrer Ausführungsweise bislang nur etwa 2000
Einäscherungen ausgehalten hatten, kann behauptet werden,
dass sich die Bauweise hinsichtich der Haltbarkeit vollauf
bewährt hat. Die Herstellerfirma rechnet künftig mit einer
Lebensdauer von 4000 Einäscherungen je Muffel"
(43).
Dunque nell' ottobre del 1941 la
tecnologia tedesca nel campo
della cremazione, che era all'avanguardia del mondo, ancora non
era riuscita a produrre rivestimenti refrattari delle muffole che
resistessero a 4.000 cremazioni.
Ora Zimmerman pretende di negare questo dato di
fatto relativo al
1941 con dati falsi relativi al 1893! Un altro fulgido esempio
della sua perfetta malafede.
Dal 1941 ad oggi, in questo campo, i progressi non sono stati
eccezionali. Ecco che cosa scrive la ditta americana "Industrial
Equipment & Engineering Co." nella descrizione del suo forno
crematorio "Ener-Tek II" riscaldato elettricamente:
"The refractory and insulating materials used in the
construction of the Ener-Tek II are of a very high quality
which will ensure many thousand of cremations before repair
of the brick work is required".
Qui si parla ancora di "many thousand", non di
"decine di
migliaia", come sarebbe stato necessario ad Auschwitz se i forni
avessero cremato anche i cadaveri dei "gasati".
La documentazione sul forno "Ener-Tek II", comprensiva di vari
disegni tecnici, è stata pubblicata da Fred Leuchter nel suo
rapporto(44) che Zimmerman conosce bene. Egli
naturalmente ha
preferito ignorare questo dato che contraddice le sue congetture
infondate.
31) Per "confutare" il mio argomento relativo alla sostituzione
della muratura refrattaria del forno Topf a 2 muffole di Gusen
dopo appena 3.200 cremazioni (1.600 per muffola), egli pretende
che
"it is possible that the Gusen ovens may not have originally
been built correctly" (p.15),
la qual cosa è un'ipotesi infondata che si basa su una
semplice
analogia:
"Topf admitted that Krema IV ovens were made defectively"
(pp.14-15).
Ma ciò è falso. "Topf" non ha mai fatto una
simile "ammissione".
Zimmerman fornisce al riguardo il riferimento errato di una "Topf
letter of April 4, 1943 to the Bauleitung in APMO, BW 30/34 p.43"
(nota 88), mentre si tratta in realtà di una lettera del 10 aprile
nella quale "Topf" non credeva neppure che il forno a 8 muffole
del crematorio IV si fosse davvero danneggiato ("die angeblich in
letzter Zeit entstandenen Risse")(45).
32) Alla mia affermazione che i documenti della
Zentralbauleitung
non attestano le almeno 4 sostituzioni complete della muratura
refrattaria di tutte le muffole di tutti i forni di Auschwitz che
sarebbero state necessarie se vi fossero stati cremati anche i
cadaveri dei "gasati", Zimmerman obietta:
"In fact, no information has surfaced
from these archives, or any other archives, that even one cremation took place in
Auschwitz. In other words, not one contemporaneous document
has surfaced from any source showing that even one cremation
took place in Auschwitz" (p.15),
e conclude:
"According to Mattogno's logic, this must mean that no
cremation took place at Auschwitz!" (p.15).
Forse Zimmerman trova divertente questa idiozia; per me
è soltanto penosa.
Anzitutto l'affermazione di Zimmerman è falsa: chi ha
una tale ignoranza documentaria dovrebbe astenersi da affermazioni così
categoriche. Esiste infatti un "Kontrollzettel für die Firma J.A.
Topf & Söhne, Erfurt" relativo al primo forno del crematorio di
Auschwitz nel quale si legge:
"Die Probeeinäscherung der ersten Leiche erfogte mit
gleichen Tage" [il 15 agosto 1940](46).502-1-327, p.215.
Quanto al resto, questo sprovveduto ignora evidentemente che i
documenti dell'archivio di Mosca - tra l'altro - permettono di
ricostruire il quadro completo delle commissioni e delle fatture
della ditta Topf, e questo quadro esclude categoricamente che la
Topf abbia mai sostituito la muratura refrattaria dei forni di
Birkenau(47). Nei forni di Auschwitz fu
probabilmente eseguita una
sola sostituzione.
33) Tuttavia, quando la cosa gli fa comodo, Zimmerman
riprende opportunisticamente e sfacciatamente contro di me il mio
argomento, adattandolo al caso di Gusen:
"If these overhauls had taken place, they would have
certainly been detailed in this file because the information
on the 1941 overhaul includes all correspondence with Topf on
materials used, billing information and time sheets for the
days and hours worked, including overtime" (p. 15),
ma- come Zimmerman sa bene ma finge di non sapere - la stessa
cosa vale anche per Auschwitz!
E' vero che, per il 1941, la corrispondenza tra la ditta Topf e la
SS-Neubauleitung (poi Bauleitung) di Mauthausen è quasi
certamente completa, ma la stessa cosa non si può certo dire per gli anni
successivi. Per quanto riguarda il 1941, dopo la sostituzione
della muratura refrattaria del forno di Gusen, esso cremò al
massimo circa 1.900 cadaveri(48), dunque il forno ne
poteva cremare ancora 4.100. Per gli anni successivi, poiché la documentazione è
frammentaria, non si può affermare né escludere nulla.
34) Zimmerman obietta ancora che
"from 1940 through April 1945 there were 27,556 cremation in
Mauthausen. Yet, Mattogno was arguing that all 52 Auschwitz
ovens could not have disposed of more than 162,000 bodies"
(p.16).
Supponendo che la cifra sia esatta (questa cifra risulterebbe da
liste di cremazione conservate ad Arolsen che nessuno ha mai
visto), il paragone non ha senso. Il primo forno del crematorio di
Mauthausen fu installato dalla ditta Kori e su di esso non esiste
alcuna corrispondenza. Perciò, per quello che ne sappiamo, la
ditta Kori può aver sostituito la muratura refrattaria del forno
anche dieci volte.
Il forno Topf a due muffole non vi fu installato "in July 1944"
(p.16), come pretende Zimmerman, ma nel gennaio-febbraio del 1945.
Nella corrispondenza Topf-Mauthausen, che Zimmerman ben conosce,
figurano una lettera della Topf alla Bauleitung di Mathausen del
20 dicembre 1944 nella quale la Topf consiglia di iniziare subito
i lavori per le fondamenta del forno e per il condotto del fumo,
e una lettera del 3 gennaio 1945 nella quale la Topf preannuncia
l'invio dell' Oberingenieur Schulze per il 9 gennaio(49), perciò il
forno fu costruito in quel periodo.
Ma qui bisogna essere comprensivi: il nostro "esperto" di
Olocausto non conosce il tedesco!
35) Per "dimostrare" la realtà delle cremazioni multiple
ad Auschwitz, Zimmerman non trova di meglio che riferirsi ad una
testimonianza relativa a Dachau (!) secondo la quale
"an oven could burn 7 to 9 bodies in two hours when they were
all introduced simultaneously" (p.22)(50).
L'argomento è talmente sciocco che non merita una
risposta. Per
una discussione scientifica della questione delle cremazioni
multiple ad Auschwitz rimando al capitolo IX della Parte Seconda
del mio libro menzionato all'inizio.
36) Veniamo ora al goffo tentativo di Zimmerman di "confutare"
il mio bilancio termico dei forni di Birkenau. Il punto di partenza
per il calcolo del consumo di coke è il consumo effettivo del
forno di Gusen per 677 cremazioni (31 ottobre-12 novembre), ossia,
in media, circa 30,5 kg di coke per ogni cadavere.
Zimmerman rileva che dal 26 settembre al 15 ottobre nello stesso
forno furono cremati 203 cadaveri [in realtà 193] con un consumo
di 153 carrelli di coke, cioè di 9.180 kg di coke, in media, 45 kg
per ogni cadavere [in realtà 47,5]. Nella lista delle cremazioni
di Gusen, nella colonna "Karren Koks", è indicato chiaramente:"1
K. = 60 kg" e ciò permette di trasformare in kg il numero dei
carrelli.
La differenza di consumo summenzionata dipende dal fatto che
nel periodo dal 26 settembre al 15 ottobre le cremazioni furono poco
frequenti: nei giorni 27, 28 e 30 settembre e 2, 4, 5, 7, 9, 11 e
12 ottobre non furono eseguite cremazioni e il forno si raffreddò;
nei giorni restanti il numero medio giornaliero delle cremazione
fu molto basso, appena 19, cioè circa 9-10 per muffola.
Dal 31 ottobre al 12 novembre, invece, le cremazioni furono
eseguite tutti i giorni e il numero medio giornaliero fu di 52, in
media 26 per muffola.
Un forno freddo, prima di raggiungere la temperatura di
esercizio, accumula una notevole quantità di calore nella sua muratura
refrattaria, perciò quando la frequenza delle cremazioni è esigua,
il consumo di combustibile è maggiore. Ad esempio, le 8
cremazioni consecutive eseguite dall'ing. R.Kessler il 5 gennaio
1927 nel crematorio di Dessau (sulle quali egli ha pubblicato
diagrammi molto dettagliati del processo di cremazione e del
consumo di coke), richiesero in media 54,5 kg di coke per
cremazione, di cui però ben 25 sono da addebitare al riscaldo del
forno. (Il consumo di coke fu 200 kg di coke per il riscaldo del
forno e 236 kg per le 8 cremazioni). Se il forno fosse stato già
caldo, il consumo di coke sarebbe stato di 29,5 kg per ogni
cadavere.
Zimmerman, che non possiede neppure queste conoscenze
elementari, trae invece dal fatto summenzionato una conclusione arbitraria e
infondata:
"There is some reason, however, to suspect that each
wheelbarrow did not contain 60 kilograms of coke but that
this was a generic number based on the theoretical maximum
that each delivery coul hold" (p.24).
Non si vede infatti per quale ragione questo quantitativo
"generic" dovesse essere proprio "the theoretical maximum" invece
che il quantitativo medio; inoltre, se ciò fosse vero, i carrelli,
nel periodo 31 ottobre-12 novembre avrebbero contenuto soltanto il
(30,5 : 47,5 x 100 =) 64% del coke contenuto nei carrelli nel
periodo dal 26 settembre al 15 ottobre, ma questa è una congettura
decisamente poco sensata.
D'altra parte, il capo del crematorio di Gusen doveva stilare dei
rendiconti sul "Brennstoffverbrauch" in chilogrammi, e in uno di
questi documenti, il consumo di coke dal 26 settembre al 15
ottobre è indicato esattamente in 9.180 kg(51), il che significa che
un carrello di coke corrispondeva mediamente proprio a 60 kg. E
con ciò crollano tutte le congetture di Zimmerman.
37) Zimmerman obietta ancora che
"the practice of multiple cremation was known outside of
Germany well before World War II. In Osaka, Japan in the
1880s there were 20 cremation ovens, each of which could
incinerate three bodies simultaneously in a period of four
hours" (p.26).
Rilevo anzitutto che la durata media della cremazione di un
cadavere qui è di 80 minuti per cadavere, non di 25 o meno. Qui
Zimmerman offre un altro saggio della sua incompetenza. Ignorando
completamente la storia della cremazione e degli impianti di
cremazione, il nostro Professore non può sapere che esistevano
forni collettivi che potevano realmente cremare più cadaveri
insieme, ma che avevano però una struttura completamente diversa
da quelli di Auschwitz, sicché ogni paragone al riguardo è
insensato(52). Sarebbe come attribuire ad una
utilitaria le
prestazioni di una Ferrari di Formula 1!
Gli errori metodologici di
Zimmerman
38) Zimmerman dedica un paragrafo di due pagine abbondanti
alla questione della "Necessity of the Crematoria". Egli afferma che
"the only way to test the necessity is to compare it to
deaths in other concentration camps and the cremation
capacity of those camps" (p.9).
Egli dunque fa un confronto tra i forni di Mauthausen-Gusen e
quelli di Auschwitz, e conclude che i crematori di Auschwitz
avevano una capacità di cremazione eccessiva per i cadaveri dei
detenuti morti di morte naturale.
Se tuttavia si fa il confronto con il crematorio di Buchenwald,
si giunge alla conclusione contraria. I due forni Topf a 3
muffole di questo crematorio entrarono in funzione nella seconda
metà di agosto e all'inizio di dicembre del 1942. Ora, dal 3
maggio al 29 novembre del 1942 a Buchenwald morirono 1.691
detenuti, in media, circa 241 al mese, con una punta massima di
335 (3-30 agosto); la forza media del campo fu di circa 8.660
detenuti, con una punta massima di 9.777 (2-29 novembre)(53). Facendo
lo stesso calcolo di Zimmerman (basato sul dato di 26 cremazioni
per muffola al giorno), i forni avrebbero potuto cremare (26 x 6
x 30 =) 4.680 cadaveri al mese, ossia quasi 14 volte più della
mortalità massima effettivamente registrata!
Nel caso di Auschwitz, invece, la capacità di cremazione
- sempre seguendo il ragionamento di Zimmerman - sarebbe stata soltanto di
(30.000 : 9.000 =) circa 3 volte maggiore.
In conclusione, per un campo che non
era di sterminio, le autorità
tedesche avrebbero "anticipated" un tasso di mortalità 14 volte
superiore a quello massimo effettivo, invece per un campo che era
di sterminio un tasso di mortalità 3 volte superiore!
39) Discutendo del presunto "Typhus Myth", Zimmerman obietta
che "only 2060 of the 68,864 deaths were from typhus" (p.5), afferma
che la causa della morte che appare nei "death certificates" è
stata molto spesso falsificata dalle SS e conclude:
"How then can they be explained if the stated causes do not
conform to physical reality? The only explanation is that
camp authorities were engaged in a massive killing campaign
of registered prisoners" (p.5).
Due fatti sono incontestabili: che all'inizio di luglio del 1942
ad Auschwitz scoppiò una epidemia di tifo petecchiale e che da
questo mese la mortalità dei detenuti aumentò in modo enorme. Se
Zimmerman non vuole vedere un rapporto di causa-effetto tra questi
due fatti, è affar suo. E' vero che alcuni detenuti sopravvissero
al tifo, come Lucie Adelsberger e Ella Lingens Reiner (p.5), ma è
altrettanto vero che i poveri diavoli che non erano "Prominente",
anche se superavano la malattia, per la prostrazione generale del
loro fisico, per l'indebolimento del loro sistema immunitario e
per la scarsezza di medicinali, potevano incorrere facilmente in
altri malanni e morire per altre cause. Ciò spiega a mio avviso il
numero relativamente esiguo di morti per tifo negli Sterbebücher
di Auschwitz.
Per quanto riguarda i casi di bambini che "were said to have died
from 'decrepitude' " (p.5), è difficile credere che i medici SS
fossero dei falsari così idioti. Grotum e Parcer, le fonti di
Zimmerman, sebbene abbiano fatto un'analisi computerizzata dei
dati contenuti negli Sterbebücher, indicano un solo caso di questo
genere(54) e c'è da credere che questo sia
l'unico(55). Dunque qui si
tratta con ogni probabilità di un semplice errore.
40) Un'ultima osservazione sul rapporto tra i decessi e le
forniture di coke ai crematori. Zimmerman scrive a conclusione
della sua analisi del problema:
"Therefore, the month of the second-highest recorded coke
delivery also corresponds with the mounth of either the
lowest or one of the lowest monthly death totals of
registered prisoners" (p.23).
Questo fatto, che a Zimmerman pare una contraddizione
insanabile, è invece perfettamente normale, come ho spiegato nel punto 36.
Poche cremazioni, significano maggior raffreddamento del forno e
maggior consumo di combustibile per riportarlo alla temperatura di
esercizio; molte cremazioni, significano invece minore
raffreddamento del forno.
Per il momento mi limito a queste considerazioni preliminari, che
già dimostrano a sufficienza quali siano la qualificazione, la
competenza e soprattutto l'onestà polemica di questo Professore.
I tre giorni che ho dovuto dedicare al suo articolo
distogliendomi da studi ben più seri sono anche troppi.
Carlo Mattogno
NOTE
[1]
http://www.holocaust-history.org/auschwitz/body-disposal/
[2]
http://www.vho.org/GB/Books/dth/fndcrema.html
[3]
Grabert Verlag, Tübingen 1994, pp. 281-320.
[4]
Per questa ragione ho menzionato il suo nome come coautore dell'articolo, sebbene esso sia stato redatto soltanto
da me.
[5]
La pubblicazione è prevista per il gennaio-febbraio del 2000.
[6]
Tutti i documenti che cito in quest'articolo, salvo diversa indicazione, sono pubblicati e discussi in quest'opera.
[7]
Granata Publishing, Palos Verdes, 1995.
[8]
Granata Publishing, Palos Verdes 1995.
[9]
Auschwitz. The End of a Legend. Institute for Historical Review, 1994, p.72.
[10]
H. Fröhlich, Zur Gesundheitspflege auf den
Schlachtfeldern, in: "Deutsche Militärärtzliche Zeitschrift", I, 1-4, Januar-April 1872, p.101.
[11]
Ibidem, p.100.
[12]
Un altro fattore non meno importante era la speciale struttura della griglia delle muffole del forno di Gusen.
[13]
Auschwitz. The End of a Legend, p.23.
[14]
Archivio del Museo di Auschwitz, BW 30/34, pp.78-79.
[15]
Evidentemente per Zimmerman "Häftlingsunterkünfte" è una parola cifrata e significherebbe in realtà "Auskleidebaracken" . La fantasia di questa gente non conosce limiti!
[16]
Kostenanschlag für Bauvorhaben Konzentrationslager Auschwitz O/S del 15 luglio 1942. Mosca, 502-1-220, p.36.
[17]
D. Czech, Kalendarium der Ereignisse im Konzentrationslager Auschwitz-Birkenau 1939-1945. Rowohlt
Verlag, Reinbeck bei Hamburg 1989, p.160.
[18]
J.C. Pressac, Auschwitz: Technique and Operation of the Gas Chambers, New York 1989, p. 204.
[19]
J.C. Pressac, The Machinery of Mass Murder at Auschwitz, in: Anatomy of the Auschwitz Death Camp, Indiana University Press, 1994, p.210.
[20]
J.C. Pressac, Les crématories d'Auschwitz. La machinerie du meurtre de masse. CNSR Editions, Paris 1993, p.48.
[21]
Vedi al riguardo il mio studio La "Zentralbauleitung der Waffen-SS und Polizei Auschwitz". Edizioni di Ar, 1998.
[22]
Schnabel scrive incomprensibilmente "10-35 cadaveri" dove il testo originale dice "30-36". D. Czecz, che si affida
a questa fonte, riproduce lo stesso errore al pari di Zimmerman.
[23]
Auschwitz.The end of a Legend, p.91.
[24]
La preposizione polacca "przez", "attraverso", resa con "around".
[25]
I forni di Auschwitz cremavano con procedimento diretto, ossia i prodotti della combustione del gasogeno entravano direttamente nella muffola.
[26]
Mosca, 502-1-313, pp. 159-160.
[27]
Pressac pensa, giustamente, che il termine significhi interrogatorio da parte della Gestapo.
[28]
Il quantitativo di coke bruciato sulla griglia del focolare in un'ora.
[29]
Dalle altre giornate - se l'interpretazione di Zimmerman fosse corretta - risulterebbero durate oscillanti tra gli 8
e i 30 minuti.
[30]
J.C. Pressac, The Machinery of Mass Murder at Auschwitz, op. cit., p.212.
[31]
Ibidem, nota 74 a p.243.
[32]
Auschwitz: Technique amd operation of the gas chambers, pp. 98-99.
[33]
The Crematoria Oves of Auschwitz and Birkenau, pp15-16.
[34]
Processo Höss, vol.. 11, p. 47.
[35]
J.C. Pressac, The Machinery of Mass Murder at Auschwitz, op cit., p.189-190.
[36]
Testo e discussione del documento nel mio libro menzionato all'inizio.
[37]
Malachia de Christophoris, Etude pratique sur la crémation moderne.
Treves, Milano 1890, pp. 121-124.
[38]
Zentralblatt für Feuerbestattung, 1929, p. 64.
[39]
Luigi Maccone, Storia documentata della cremazione, Bergamo
1932, p.66.
[40]
Theodor Weinisch, Die Feuerbestattung im Lichte der Statistik.
Zirndorf 1929, p.33.
[41]
G. Pini, La crémation en Italie et à l'etranger de 1774
jusqu'à nos jours. Hoepli, Milano 1885, p.30.
[42]
Theodor Weinisch, Die Feuerbestattung im Lichte der Statistik,
p.33. Alla questione delle statistiche delle
cremazioni in Germania dedico il capitolo IX della Parte Prima del mio libro citato all'inizio.
[43]
Rudolf Jakobskötter, Die Entwicklung der elektrischen Einäscherung bis zu dem neuen elektrisch beheizten Heisslufteinäscherungsofen in Erfurt, in: "Gesundheits Ingenieur", 25. Oktober 1941, Heft 43, p.583.
[44]
Anche nella versione americana abbreviata "The Leuchter Report", Decatur,
Alabama, 1988.
[45]
Archivio del Museo di Auschwitz, BW 30/34, p. 42.
[46]
Mosca, 502-1-327, p.215.
[47]
Nel mio libro menzionato all'inizio pubblico l'elenco delle commissioni eseguite
dalla ditta Topf ad Auschwitz.
[48]
Nel campo di Gusen morirono 887 detenuti nel novembre 1941, 986 nel
dicembre. H. Marsalek, Die Geschichte
des Konzentrationslagers Mauthausen, Wien 1980, p.156.
[49]
Bundesarchiv Koblenz, NS4 Ma/54.
[50]
Si tratta della testimonianza resa il 10 novembre 1945 da Eugen Seibold.
Archivio del Museo di Dachau, 767,
p.84.
[51]
Archivio del Museo di Mauthausen, 3 12/31, 350.
[52]
Per questo argomento rimando al cap. X della Parte Prima del mio studio
menzionato all'inizio.
[53]
Konzentrationslager Buchenwald, Thüringer Volksverlag
GmbH, Weimar, senza data, p. 85.
[54]
Sterbebücher von Auschwitz, Saur Verlag, 1995, p.242.
[55]
Per i due analisti sarebbe stato facilissimo indicare il numero esatto di questi
casi, come hanno indicato i numeri
esatti relativi a moltissimi altri dati.
http://www.russgranata.com/
e-mail: [email protected]
POB 2145 PVP CA 90274 USA